Titolo: Il fucile da caccia
Autore: Inoue Yasushi
Casa editrice: Adelphi
Anno di pubblicazione: 2004
Pagine: 100
Prezzo: 10,00€
〔❝ Tu che eri abituato a sparare col tuo fucile a fagiani e tortore, perché non hai colpito al cuore anche me? ❞〕
Alcuni libri sono impossibili da raccontare.
Evanescenti, impalpabili.
Come i profumi, come i sapori. O come le sensazioni che si provano durante la lettura.
“Il fucile da caccia” è il romanzo di esordio di Inoue Yasushi, che architetta un gioco letterario fatto di inganni e sotterfugi, segreti e ripicche.
Shōkō, Midori, Saiko.
Tre donne che scrivono tre lettere a un unico uomo, Misugi.
Qual è il legame che si nasconde tra queste quattro figure?
Spesso ci si affida alle parole per dare forma e sostanza ai propri sentimenti.
È ciò che fanno i quattro personaggi protagonisti, che affidano alle righe di quelle lettere la parte più intima di sé attraverso confessioni mai raccontate.
Per quanto si possa credere di conoscere qualcuno, ci sarà sempre una zona d’ombra in ognuno di noi.
“Un serpente” che può trasformarci in esseri malvagi e diabolici dando vita all’egoismo, alla gelosia.
Amare è fonte di sofferenza, non è forse meglio essere amati? Non si è magari più felici?
A volte però è necessario anche saper dire addio.
Allora chi si salva? Tutti sono innocenti e ognuno è colpevole.
“Il fucile da caccia” è intriso di una poesia che non può essere resa tramite parole ordinarie come le mie.
La scrittura è fortemente intimistica, pare quasi di riuscire a sbirciare tra le pieghe del cuore dei protagonisti.
Chi l’ha detto che per emozionare un lettore sono necessarie pagine su pagine?
Una piccola perla letteraria, che nonostante la brevità riesce a essere intensa come pochi libri.
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