Titolo: Diario di un vecchio pazzo
Autore: Jun'ichiro Tanizaki
Casa editrice: Bompiani
Anno di pubblicazione: 2000
Pagine: 163
Prezzo: 9,00 €
❝ Se sono impazzito va bene lo stesso. Non mi importa più che cosa divento. Pensai. ❞
Fa sempre effetto sapere di avere tra le mani l’ultima opera di un autore. Diario di un vecchio pazzo è proprio l’ultimo romanzo di Tanizaki, scritto nel 1962.
Tramite l’espediente letterario del diario, il vecchio Tokusuke Utsugi racconta il lento e inesorabile scorrere della sua esistenza, condita da medicinali e dolori tipici dell’età avanzata, dove l’unica fonte di emozione è sua nuora Satsuko.
Il romanzo si concentra proprio sul rapporto con Satsuko, che incarna il perfetto ideale di Tanizaki: una femme fatale dalla forte carica erotica. Satsuko seduce il povero vecchio, che pur di ottenere le minime attenzioni della nuora, è disposto a sacrificare i suoi risparmi pur di accontentare i suoi capricci.
Come sottolineato nella nota bibliografica, l’opera condensa in poche pagine i temi principali della produzione letteraria di Tanizaki.
In Diario di un vecchio pazzo c’è la ricerca della bellezza femminile in una donna crudele e dominatrice alla quale l’uomo non riesce a sottrarsi, restandone totalmente soggiogato.
Troviamo il feticismo verso i piedi femminili, un altro dei leitmotiv presenti negli scritti di Tanizaki. Il vecchio decide di far realizzare una pietra tombale con sopra le impronte dei piedi della nuora, eccitato dalla perversa idea che Satsuko lo calpesti in senso figurato persino da morto.
Incontriamo il tema del ricordo della madre, mescolato al tema dell’opposizione tra Oriente e Occidente. Il vecchio paragona i piedi e la bellezza di Satsuko, a quella di sua madre:
‘’ ma quanta distanza tra la bellezza fisica di una giapponese del 1890 e una del 1960! ‘’
Inoltre, Satsuko è una donna che vive all’occidentale, che assiste agli incontri di boxe e ama guidare le auto:
‘’ è possibile che la donna giapponese sia cambiata così radicalmente in settant’anni soltanto? ‘’
In maniera differente da ‘’La gatta’’, Tanizaki mi ha riconquistato con una scrittura scorrevole, nonostante si tratti di un autore moderno.
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